mercoledì 16 settembre 2009

Rischi da correre ...

Si, lo so, avevo detto che non lo dovevo dire in giro. E si, lo so, poi mi faccio degli scrupoli.
E se hai scritto delle cose su delle persone e non ti ricordi nemmeno bene che hai scritto, ma più o meno sai che corri un rischio, è saggio? Ma se le persone su cui hai scritto poi le hai valutate spiritose e intelligenti e capaci di capire le cose??
Insomma, che stai lì a filosofare, Perfy? Ti sei scimunita?
Facciamola corta, avevo detto che non volevo dire ai nuovi colleghi che scrivevo su un blog, così ero più libera. Però poi alcuni di questi colleghi hanno fatto il salto di qua dal muro, insomma li sento amici e alcuni li stimo davvero molto e quindi ... ecco, l'ho detto.
E la giovane capogruppo (si, dico proprio a te) ha rivelato anche capacità di lettura alla Flash Gordon. Però non avrei mai cancellato niente, questo blog è parte di me. Insomma, come un treno si è sciroppata il blog all'indietro e ... splaf! Si arrabbierà??
Scherzo, però penso che un po' si è dispiaciuta di alcune cose che ha letto, ma contemporaneamente penso saprà apprezzare il fatto che gliel'ho fatte leggere. E poi come si può costruire la complicità e l'amicizia se non ti dici il bene e il male? Penso sia valsa la pena di correre il rischio e speriamo di non spiattellarci. Che qui il bungee jumping non va più di moda. E poi la bionda ha palle da vendere, quindi ...
Nel frattempo ci scialiamo, come al solito succede nei gruppetti, con la stoppola di turno che rompe a duemila. Ma dico io, non hanno di meglio da fare 'ste scalatrici folli? Perchè non si impegnano a fare bene senza rompere le balle a nessuno?? Dove vai vai la trovi, la stronza che vuole fare carriera (dove poi chi lo sa), che vuole acchiappare i meriti altrui e via così.
Purtroppo io sono un tantino desueta come atteggiamento sul lavoro, visto che penso che se io ti insegno qualcosa e tu fai bene, io mi sento gratificata. E che un lavoro fatto bene è premio a sè stesso. Bah, tanto ho rinunciato a cambiarmi, sotto questo aspetto. Continuerò a lavorare al massimo anche se vengo pagata al minimo (storico, direi). E' che mi piace lavorare. Sarò scema?

lunedì 14 settembre 2009

I colleghi d'ufficio ... il macho!

Nella galleria dei miei colleghi di lavoro, non bisogna dimenticare un mio giovane collega. Macho? Nooooo, tutto il contrario. Un coccolone. Insomma, è carino. Molto carino, ma lui non lo sa. Anzi, pensa di essere un brutto anatroccolo, simpatico ma non molto affascinante. Invece, affascinante lo è, eccome. Profuma di buono, direi, in tutti i sensi.
E soprattutto è stropiccione, stroppiccevole e stropicciabile. Soprattutto stropicciabile. Morbido, tutto da mordere. Mmmmhhhh. Peccato non poterlo mordere.
Ripensandoci, ma sono proprio sicura che non sa di essere carino? Potrebbe fingere di non sapere. Ma poco importa. E' anche permaloso, se manchi di garbo con lui ti manda a razzo dove so io. E questo è un altro aspetto della sua, come dire, affascinantezza. Mi sono sempre piaciuti quelli ruvidi. Un po' ruvidi, eh, senza esagerare!
Non va in giro con gli altri maschietti del gruppo, il belloccio e il cercopiteco, pardon, il gibbone. Si bea e si ciacea con noi femminucce, scherza, gioca e noi finiamo per dimenticarci che un maschietto è in mezzo a noi, e chiacchieriamo di cose di donne e facciamo apprezzamenti sugli uomini e parliamo di peli e collant e unghie e profumi e via così. Divertente guardarlo quando si trova in mezzo a noi, i suoi finti imbarazzi e quelli veri e quando diventa rosso come un peperone, come stamattina. Ohhh, la Perfy quanto è perfida. Provocare così e prendere in giro un così grazioso e innocente fanciullo. Vabbè, mica tanto innocente mi sa. Gli innocenti nascondono sempre torbidi segreti. Soprattutto quelli che ogni tanto portano i pantaloni corti, no?
Ma la cosa migliore è che allunga le mani. Ehi, calma, cosa avete capito?? Non è mica uno sporco smanaccione, di quelli da attaccargli subito 5 dita sulla guancia. No, no, è un giovane per bene, ma en passant ti accarezza, ti sbaciucchia, ti abbraccia.
Fan-ta-sti-co. Se sapesse sul serio che effetto fa alle donne ... ma chissà, forse lo sa. Anzi, penso proprio che lo sappia. Una manna per le babbione come me. Insomma, ode al macho coccolone.
Quando dovete organizzare un ufficio cercate sempre di contrattualizzare un macho coccolone, distende l'atmosfera, fa sorridere il capo donna, ci guadagnate qualche passaggio e mano morta (in entrambi i sensi). Insomma sono soldi ben spesi. E la produttività ci guadagna. E soprattutto ci guadagnano il macho e le babbione!

venerdì 11 settembre 2009

Vivement dimanche ...

Una settimana fa a Stromboli, esattamente una settimana fa, venerdì 4 settembre 2009, esattamente 9 anni dopo avermi detto che mi amava alla follia, l'uomo che è stato il mio amante per 20 anni mi ha detto che non tornava a casa. Che se ne andava.
Sono rimasta lì, combattuta fra sentimenti diversi, per qualche momento, poi mi sono girata dall'altro lato e mi sono addormentata.
Il giorno dopo è passato tranquillo, giocando con il nipote, facendo il bagno, giocando fra le onde, andando a vedere i mangiafuoco. A sera, dopo aver rimesso tutto a posto, ho raggiunto L. nel giardino inondato dalla luce della luna, bianca e forte, e gli ho chiesto se avesse portato via le sue cose. Fra molti sospiri mi ha detto di aver portato con sè solo alcuni vestiti.
Bene, gli ho detto. Poi abbiamo parlato d'altro. Dopo un po' gli ho detto: comunque hai fatto bene, era tempo. Ed è stato tutto, per quanto mi riguarda.
Tornata a Napoli, per forza di cose ho detto quello che era successo a un po' di amiche, a qualche esercente più intimo e ai colleghi del lavoro. Fare diverso non era possibile.
E da allora ogni tanto chi lo sa mi guarda con un'occhiata particolare, in tralice, con un'aspettativa dentro, un po' perplessi e interrogativi. Aspettano, io credo, di vedermi sbroccare.
Aspetterete a lungo, signori e signore. Non sbroccherò.
Quella che vedete, la Perfezione sorridente, serena, allegra, quella che con calma risponde alle domande più improbabili e stupide al lavoro, quella che soccorre le agenzie formative in panico, quella che ride al bar con gli amici, quella che va al cinema con il nipotino, quella che legge il giornale e alza lo sguardo sopra gli occhiali levando un po' la testa e vi sorride, quella che discute con voi dell'amore e delle sue diverse declinazioni, quella che beve vino, sospira, si stende sulla sedia e si rilassa, quella, signori e signore, non è una maschera, quella sono io.
Io alla massima potenza, io nell'espressione della mia personalità, io libera, io allegra, io pensierosa, io attenta, io rilassata. Io a casa, al cinema, al lavoro. Io che che canto e ballo da sola. Io senza peso e senza pesi. Io, proprio io. Non sto fingendo, non sto mentendo, non mi sto nascondendo, non torno a casa la sera a piangere, non mi nascondo dietro gli angoli per strapparmi i capelli. Semplicemente all'improvviso ho scrollato via dalle spalle un peso di 3 tonnellate di cemento, che mi tirava a fondo da troppo tempo. Non è che non voglio piangere, ho già pianto troppo in questi anni. Non c'era ormai più niente da piangere né da rimpiangere.
C'è solo da considerare che questi anni trascorsi mi hanno dato molto e tolto altrettanto, ma sono stati anni che non rimpiango di aver passato con questa persona e in questo modo. Sono stati in ogni caso i miei anni, mi appartengono come tutto il resto. E non c'è da piangere su qualcosa che ti appartiene.
C'è solo da guardare avanti e accettare il futuro. Non è in mio potere cambiare il passato. E' ciò che è.
Per molto tempo ho pensato di essere una persona sola, ma ora so che non è così, ho amici e amiche che mi vogliono bene, per cui sono importante e questo mi fa sorridere di gioia. Solo che adesso sono in attesa di vedermi sbroccare. Ma si abitueranno e capiranno che non succederà.
Domani verrà e sarà finalmente domenica.